Almanacco: Operazione guardiani delle mura / Conflitto israelo-palestinese

La decisione della Corte Suprema israeliana, in merito allo sgombero di residenti palestinesi dal quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est, il 6 maggio 2021, segnò l’inizio di una serie di proteste. L’area, annessa a Israele in maniera illegale dal 1980, ai sensi dell’ordinamento giuridico internazionale, è parte dei territori occupati. La sentenza, quindi, esacerbava una situazione, già problematica, di flagrante violazione dei diritti umani. Le forze di polizia contrastarono i manifestanti nel complesso della moschea al-Aqṣā, sacro per i musulmani. In concomitanza, poi, con la giornata islamica di Laylat al-Qadr, e la giornata di Gerusalemme ebraica, gli scontri tra le fazioni causarono più di 300 feriti. Con l’obiettivo di ridurre le tensioni, il procuratore generale, Avichai Mandelblit, rinviò di un mese l’esecuzione dell’ordinanza, senza metterne in discussione né la legalità né l’opportunità.

Il 10 maggio, in seguito alla continua repressione del dissenso della popolazione palestinese, Hamas e la Jihad islamica iniziarono un lancio di razzi Qassam contro città israeliane dalla Striscia di Gaza. Questi sono pezzi di artiglieria rudimentali, a basso costo, e prodotti localmente. Si tratta di tubi in acciaio, con una testata esplosiva, composta da una miscela di nitrato di urea e Tnt, in rapporti variabili, quest’ultimo reperito di contrabbando o recuperato da altre armi. Il propellente si basa su zucchero e nitrato di potassio, che è un comune fertilizzante. La gittata, a corto raggio, varia dai cinque chilometri delle prime versioni del 2001, ai quindici delle ultime. Il costo è stimato in diverse centinaia di dollari per unità, e oltre il migliaio per le varianti più performanti, valori di gran lunga inferiori a quelli dei moderni razzi guidati, utilizzati dall’esercito israeliano.

Israele, dotato di uno degli scudi di difesa antimissile con la tecnologia più avanzata al mondo, Iron Dome, ne intercettò il 90 per cento. Attivo dal 2011, e sviluppato grazie al supporto degli Stati Uniti e 225 milioni di dollari garantiti dall’amministrazione Obama, il sistema è costituito da dieci batterie mobili distribuite in tutto il paese, ciascuna composta da tre o quattro lanciatori capaci di sparare venti missili intercettori, quando la traiettoria del razzo è anticipata su un obiettivo civile o sensibile. Dal momento in cui il radar individua il razzo a quello in cui il missile intercettore viene sparato trascorrono solo alcuni secondi. L’impatto ha luogo ad alta quota per non causare danni collaterali. Secondo dati ufficiali del Ministero degli Esteri israeliano, in venti anni, tra il 2001 e il 2021, i razzi palestinesi hanno ucciso 40 persone e ne hanno ferite più di 2 mila.

In risposta, Israele intraprese un’operazione bellica a tutti gli effetti, conosciuta come “Guardiani delle Mura”, con attacchi aerei e di artiglieria su ampia scala, e continuata fino al 21 maggio, quando Israele e Hamas accordarono un cessate il fuoco a partire dalle 2 di notte locali. L’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari accertò che nella Striscia di Gaza erano stati distrutti 258 edifici e danneggiati 6 ospedali, 11 cliniche e 53 scuole. Il ministero della salute di Gaza dichiarò l’uccisione di 256 persone di cui 66 minorenni. Di queste vittime, per Hamas, 80 sarebbero stati suoi miliziani, mentre per Israele ne sarebbero stati 225. In Israele, 13 civili vennero uccisi dai razzi lanciati o per diretta conseguenza di essi, tra cui due bambini.

Evergreen: Janna Ayyad. Corrispondente di guerra

La Bambina ripubblica un articolo di attualità

Janna Ayyad: Corrispondente di guerra

Il Toro e la Bambina, 8 giugno 2018

Janna Jihad Ayyad, classe 2006, è un’attivista per la pace e giornalista in erba. Nata nella tribù Banu Tamim, è figlia della direttrice del dipartimento per gli affari della donna del governo palestinese. Ha cominciato a postare reportage sull’occupazione israeliana quando aveva sette anni, dopo l’uccisione di due membri della sua famiglia. Continue reading “Evergreen: Janna Ayyad. Corrispondente di guerra”

Il cortile di casa degli Usa: il golpe in Guatemala

Il colpo di stato orchestrato in Guatemala nel 1954 dalla Central intelligence agency (Cia), contro un governo incaricato con metodo democratico, è di particolare gravità storica. Troncò, infatti, in forma violenta, un importante processo di inclusione sociale sul piano nazionale e installò la guerra fredda nella regione latinoamericana. Continue reading “Il cortile di casa degli Usa: il golpe in Guatemala”

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Al giorno d’oggi la dimostrazione di potenza non è la capacità di muovere guerra ma quella di impedirla.

Anne Elizabeth O’Hare McCormick

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: Articolo 12

Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto a essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Evergreen: Spazi strategici, lo stretto di Hormuz

La Bambina ripubblica un articolo di attualità

Spazi strategici: lo stretto di Hormuz

Il Toro e la Bambina, 10 maggio 2021

Il 90 per cento del petrolio estratto dai paesi che si affacciano sul golfo Persico – il 20 del totale globale -, circola per lo stretto di Hormuz, unica via verso il mare aperto per gli otto grandi esportatori arabi alleati di Washington. Sia l’Iran sia gli Stati Uniti hanno forti interessi nell’area. Continue reading “Evergreen: Spazi strategici, lo stretto di Hormuz”

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In guerra, qualunque parte possa vantarsi di aver vinto, non ci sono vincitori, tutti sono perdenti.

Neville Chamberlain

Evergreen: Palestina. Ahed Tamimi

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Palestina. Ahed Tamimi

Il Toro e la Bambina, 31 marzo 2018

I tribunali militari israeliani hanno un tasso di condanna del 95 per cento dei crimini attribuiti a dimostranti palestinesi. Ahed Tamimi, una ragazza sedicenne, che rischiava fino a dieci anni di carcere, ha patteggiato una pena di otto mesi di reclusione, e circa 1.500 dollari di ammenda, per aver schiaffeggiato un soldato e averlo spinto fuori a calci dal giardino di casa sua. Continue reading “Evergreen: Palestina. Ahed Tamimi”

Pillole: Striscia di Gaza

Nella storia della striscia di Gaza, si sono avvicendati i grandi domini dell’antichità, dagli egizi, ai greci, fino agli arabi e gli ottomani. Le vicende moderne riflettono una sequenza di promesse non onorate e occasioni mancate, sullo sfondo dell’affermazione di poteri che mantengono un peso determinante nell’attuale scacchiere geopolitico. Continue reading “Pillole: Striscia di Gaza”

Le analisi della Bambina

Yemen, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Siria, Turchia, Mauritania, Mali, Niger, Chad, Sudan, Israele, Libano, Giordania, Oman, Qatar, Barhein, Afghanistan, Stati Uniti, Cina, Russia, Iraq: una galleria di analisi di politica estera.

Yemen, cinque riflessioni e una conclusione preliminare
Possibili scenari del ritiro americano dalla Siria
La militarizzazione del Sahel
Le alture del Golan, una scuola di geopolitica
Braccio di ferro nello stretto di Hormuz
Anche le “guerre buone” finiscono male
Stati Uniti e Cina: chi conduce il gioco?
Quali alleanze per gli Stati Uniti dopo Trump?
In che misura la Russia rappresenta un pericolo per gli Stati Uniti?
Stati Uniti e Medio Oriente: si riparte dal via

Continue reading “Le analisi della Bambina”

Società civile e mediazioni internazionali

Nell’ambito della nuova architettura per la pace si sono fatte strada apprezzabili organizzazioni non governamentali, fra le quali, il Carter Center di Atlanta, la Comunità di Sant’Egidio di Roma, l’International Crisis Group di Bruxelles, il Centre for Humanitarian Dialogue di Ginevra, la Crisis Management Initiative di Helsinki, il Conflict Prevention and Peace Forum di New York, e la Nonviolent Peaceforce di Ginevra. Continue reading “Società civile e mediazioni internazionali”

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È nella natura delle cose che ogni azione umana che abbia fatto una volta la sua comparsa nella storia del mondo possa ripetersi anche quando non appartiene a un lontano passato.

Hannah Arendt

Claudette Colvin: la first girl dei diritti civili

Rosa Parks, scomparsa nel 2005, divenne famosa in tutto il mondo, ispirando film, libri e canzoni, per essere stata arrestata il primo dicembre del 1955, al non aver ceduto il suo posto sull’autobus a un uomo bianco. La first lady dei diritti civili, così come definita nel 1999, con l’attribuzione della medaglia d’oro del Congresso, il più prestigioso riconoscimento civile statunitense, non fu, in realtà, la prima persona a Montgomery a ribellarsi alle norme segregazioniste. Nove mesi prima, Claudette Colvin, una ragazza di 15 anni, era stata condannata per aver violato la stessa ordinanza. Continue reading “Claudette Colvin: la first girl dei diritti civili”

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Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia.

Otto von Bismarck

Capire la geopolitica: esempi dalla storia

Attraverso i secoli, eventi diversi esemplificano la centralità dello studio dei territori per il posizionamento geopolitico: le guerre persiane di Alessandro Magno, i piani di conquista di Bisanzio del normanno Ruggero II di Sicilia, la sottomissione delle Americhe da parte dell’impero spagnolo, le annessioni coloniali in Africa e Asia delle potenze commerciali europee, e il riassetto del vecchio continente all’indomani della prima guerra mondiale. Continue reading “Capire la geopolitica: esempi dalla storia”

La crisi eterna del Sahel

L’area del Sahel, nell’Africa sub-sahariana, resta in scacco di una crisi che sembra eterna. In questa striscia di terra occupata da dodici paesi, che lungo il “bordo del deserto” attraversa l’Africa da est a ovest per 8.500 chilometri, alcuni di questi hanno subito gravi retrocessi democratici, altri all’insicurezza generalizzata hanno visto sommarsi disastri ambientali, tutti presentano un deficit di buon governo, e ovunque prevalgono insurrezioni islamiste. Continue reading “La crisi eterna del Sahel”

La libertà di stampa nel mondo

Reporters sans frontières o Reporter without borders, organizzazione non profit, con sede a Parigi, e status consultativo presso le Nazioni Unite, è stata fondata in linea con l’articolo 9 della Dichiarazione universale dei diritti umani, e l’obiettivo di salvaguardare il diritto all’informazione. Rilascia un rapporto su base annuale, il World press freedom index, che analizza lo stato dell’arte della libertà di stampa in 180 paesi ed è arrivato alla sua ventesima edizione. Continue reading “La libertà di stampa nel mondo”

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