Almanacco: Operazione Inverno Caldo / Conflitto israelo-palestinese

La campagna militare nella Striscia di Gaza denominata “Inverno Caldo” venne criticata per uso sproporzionato della forza dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, che esortarono Israele a fermare tutte le attività che mettevano in pericolo i civili, in violazione del diritto internazionale. L’operazione terrestre e aerea delle forze armate, cominciata il 29 febbraio 2008, uccise oltre 100 palestinesi in meno di una settimana, mentre i razzi di Hamas, nel corso dello stesso periodo, tolsero la vita a tre israeliani, fra cui due soldati e un civile.

L’esercito invase l’area, con l’argomento di un’intensificazione degli attacchi di Hamas, verso la popolazione del sud di Israele. Tuttavia, si trattava anche di un periodo elettorale, nel quale i partiti di destra, ed estrema destra, erano intenzionati ad affermare il proprio primato politico a ogni costo. L’invocazione del cessate il fuoco, da parte degli Stati Uniti, cadde nel vuoto. Il presidente palestinese, Mahmūd Abbās, accusò Israele di terrorismo internazionale e sospese ogni rapporto con il governo.

L’Arabia Saudita paragonò l’offensiva israeliana ai crimini di guerra nazisti e invocò un intervento della comunità internazionale per fermare quello che definì un assassinio di massa di palestinesi. In Egitto, migliaia di studenti protestarono nelle università di tutto il paese, chiamando i capi di stato arabi a fermare l’aggressione e a sostenere la Palestina. Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdoğan, affermò che gli attacchi non avevano giustificazione e che Israele stava rifiutando una soluzione diplomatica al conflitto.

Nell’ambito di una tregua di sei mesi, mediata a giugno dall’Egitto, Hamas accettò di porre fine al lancio dei razzi, in cambio di un alleggerimento del blocco della Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco venne, però, contestato, in quanto Israele non ne rispettò l’aspetto centrale: invece dei 450 camion di aiuti giornalieri previsti dall’accordo, ne venne permesso l’accesso al massimo a una settantina, aggravando le condizioni di vita di una popolazione che sopravviveva grazie agli aiuti internazionali.

Israele accusò Hamas di trasportare armi a Gaza attraverso i tunnel scavati sotto la barriera che separa l’Egitto da Gaza. Il 4 novembre ci fu un’incursione di Israele dentro la Striscia che uccise sei guerriglieri di Hamas, azione che i palestinesi interpretarono come un’aperta violazione della tregua. A fronte di una crisi interna, e nella speranza di poter trattare con Israele da posizioni di forza, Hamas riprese le ostilità il 19 dicembre, riportando la situazione della regione all’attenzione del mondo.

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