In che misura la Russia rappresenta un pericolo per gli Stati Uniti?
La sicurezza nazionale americana indica due minacce principali: Cina e Russia. L’ex-presidente Donald Trump assunse l’incarico con la risolutezza di migliorare le relazioni con il Cremlino, ma il resto dell’esecutivo e il congresso hanno continuato a promuovere politiche severe, e queste si trovano nel loro peggior momento dal 1985. Continue reading “In che misura la Russia rappresenta un pericolo per gli Stati Uniti?”
Marley Dias: attivista afrodiscendente
Quindici anni, di Filadelfia, e sta cambiando il mondo. Lettrice vorace, quando ne aveva undici, si rese conto che in nessuno dei libri che a centinaia le erano passati per le mani, aveva trovato una protagonista simile a se stessa: piccola, americana, afrodiscendente. Continue reading “Marley Dias: attivista afrodiscendente”
Quali alleanze per gli Stati Uniti dopo Trump?
Donald Trump ha posto a dura prova l’ordine costituito dagli Stati Uniti nei settant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale. Sebbene il dibattito si sia impantanato in una dicotomia fuorviante animata da antagonisti che spingono verso la sua dissoluzione e nostalgici che puntano alla sua ricomposizione, nessuna delle opzioni è viabile. Continue reading “Quali alleanze per gli Stati Uniti dopo Trump?”
Stati Uniti e Cina: chi conduce il gioco?
A distanza di un decennio, due crisi planetarie, quella economica derivata dall’emergenza sanitaria in corso e quella finanziaria del 2008, hanno fatto vacillare il sistema capitalista della produzione e della società. Il ripiegamento del gigante statunitense su questioni che in maniera selettiva collocano al centro interessi domestici, lasciando esorbitanti spazi di vuoto sul piano internazionale, il consolidamento del peso della Cina nella geopolitica, e l’allontamento progressivo dell’Europa dai luoghi del potere, pongono alcuni interrogativi rispetto al futuro. Continue reading “Stati Uniti e Cina: chi conduce il gioco?”
Little Miss Sunshine: il coraggio di essere
La scena del concorso di bellezza per bambine del film “Little Miss Sunshine” (commedia drammatica del 2006) rappresenta una critica a questa pratica diffusa negli Stati Uniti, attraverso la quale le bambine vengono vestite e truccate, come se fossero adulte, e così esibite e sfruttate per i fini commerciali di un lucrativo circuito e la soddisfazione di ambizioni frustrate delle loro famiglie. Continue reading “Little Miss Sunshine: il coraggio di essere”
Afghanistan: anche le “guerre buone” finiscono male
Tutti i presidenti americani, dal 2001 a oggi, hanno inseguito il momento adatto per ritirarsi dall’Afghanistan, ossia quell’ineffabile punto di equilibrio fra l’intensità della guerra e la solidità del governo che permettesse un’evacuazione senza il rischio di un’ondata terroristica. Neppure uno è riuscito nell’intento e non per assenza di opportunità. Continue reading “Afghanistan: anche le “guerre buone” finiscono male”
Evergreen: Discriminazione razziale nell’era Obama
La Bambina ripubblica un articolo di attualità
Discriminazione nell’era Obama
Il Toro e la Bambina, 7 luglio 2016
Al termine della gestione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è tempo di bilanci e analisi sia del suo lascito, in un paese che ha visto mutare posizione e ruolo nell’ordine del mondo, sia della carica simbolica e la speranza di cambiamento, accese dalla sua prima elezione, in una società attraversata da laceranti brecce sociali e una feroce crisi economica. Continue reading “Evergreen: Discriminazione razziale nell’era Obama”
Il declino della cooperazione per lo sviluppo
A quattro anni dall’adozione dell’agenda 2030, un piano di azione a favore delle persone, il pianeta e la prosperità, si è ancora lontani dal raggiungerne gli obiettivi, di carattere integrato e indivisibile, nelle sfere economica, sociale e ambientale, accordati in seno alle Nazioni Unite. Continue reading “Il declino della cooperazione per lo sviluppo”
Guatemala: un passo avanti, due indietro
Nel complesso, il Guatemala ha indicatori da quello che una volta si chiamava il terzo mondo, fra i quali, il 45 per cento di malnutrizione cronica nei bambini sotto i cinque anni di età, oltre il 50 per cento di povertà e povertà estrema, e l’esclusione dalla previdenza sociale del 75 per cento della forza lavoro, in quanto impiegata nell’ambito informale. Continue reading “Guatemala: un passo avanti, due indietro”
Braccio di ferro nello stretto di Hormuz
Il 90 per cento del petrolio estratto dai paesi che si affacciano sul golfo Persico – il 20 del totale globale, circola per lo stretto di Hormuz, unica via di accesso al mare aperto per gli otto grandi esportatori arabi alleati degli Stati Uniti. Sia l’Iran sia gli Stati Uniti hanno forti interessi nell’area. Continue reading “Braccio di ferro nello stretto di Hormuz”
Autumn Peltier, la guerriera dell’acqua
Un anno straordinario per Autumn Peltier, una ragazza di quattordici anni della nazione autoctona del Canada, Wikwemikong. Autumn vive nel territorio ancestrale Anishinawbe dell’isola Manitoulin in Ontario e dall’età di otto anni si dedica alla difesa dell’acqua. Continue reading “Autumn Peltier, la guerriera dell’acqua”
Le alture del Golan, una scuola di geopolitica
Le alture del Golan sono un altopiano roccioso, a nord-est di Israele, fra i 1.000 e i 1.200 metri di altezza, con una superficie totale di circa 1.800 chilometri quadrati. Delimitate dal monte Hermon a nord, dal fiume Yarmuk a sud, da un suo ramo stagionale e colline degradanti a est, e dal fiume Giordano e dal mare di Galilea a ovest, sono di enorme calibro strategico-militare, in quanto forniscono un ampio dominio visivo su Israele, Siria, Giordania, e Libano. Continue reading “Le alture del Golan, una scuola di geopolitica”
Blackout Venezuela

Il 23 gennaio il congresso del Venezuela ha pronunciato vacante la massima carica dello stato e proclamato il presidente della camera, Juan Guaidó, presidente della repubblica ad interim. Dopo due mesi di tensione e scontri tra le fazioni, Guaidó è stato destituito e interdetto dai pubblici uffici. Continue reading “Blackout Venezuela”
Wounded Knee
Il 27 marzo del 1973, Sacheen Littlefeather, rappresentante della nazione apache e portavoce del movimento degli indiani americani (Aim per la sigla inglese), si presenta alla cerimonia di consegna degli Oscar, in rappresentanza di Marlon Brando, vincitore del premio per il miglior attore protagonista, in “Il Padrino” di Francis Ford Coppola. Continue reading “Wounded Knee”
Possibili scenari del ritiro americano dalla Siria
Nonostante l’annuncio iniziale del ritiro americano dalla Siria sia stato rettificato – specificando che avverrà solo alla completa sconfitta dell’Isis, e con garanzie da parte turca del rispetto degli alleati curdi, la risoluzione spalanca uno scenario, in cui le cause del conflitto rimangono irrisolte, e il pericolo di un’instabilità permanente non è da escludere. Continue reading “Possibili scenari del ritiro americano dalla Siria”
Yemen, cinque riflessioni e una conclusione preliminare
Uno. La guerra in Yemen – catastrofe i cui numeri sono stati ben illustrati dai mass media, è un disastro per gli interessi di sauditi e americani. L’errore strategico è stato di tale portata da aver prodotto proprio quei risultati che intendeva scongiurare. Continue reading “Yemen, cinque riflessioni e una conclusione preliminare”
L’affare Khashoggi
Il rapporto del 2018 di Human Rights Watch definisce la Turchia come il primo paese a livello mondiale nella persecuzione di reporter, commentatori e blogger. Continue reading “L’affare Khashoggi”
Samantha Smith
Nel 1982 Samantha Smith era una giovanissima studentessa del Maine. In piena guerra fredda, scrisse all’allora segretario generale del partito comunista sovietico, Jurij Andropov, chiedendogli perché le relazioni con gli Stati Uniti fossero così tese e di evitare un conflitto nucleare. Continue reading “Samantha Smith”
Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030
Due eminenti attiviste per l’emancipazione femminile, Samar Badawi e Nassima al-Sadah, sono state arrestate in Arabia Saudita quest’estate. Da maggio sono almeno quindici le detenzioni di figure di alto profilo del movimento per i diritti umani, corredate da una aggressiva campagna che le dipinge come spie e agenti sovversivi per la destabilizzazione dello stato. Continue reading “Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030”
Nazionalpopulismo messicano
I cittadini messicani hanno scelto il cinquantottesimo presidente della repubblica con una partecipazione del 63.42 per cento, in ribasso rispetto a tornate previe ed equivalente a due aventi diritto su tre. Continue reading “Nazionalpopulismo messicano”
Fantasmi nucleari dall’Iran alla Corea del Nord
Il ritiro americano dall’accordo multilaterale con la Repubblica Islamica dell’Iran sulla non-proliferazione di armi di distruzione di massa è arrivato forte e chiaro, scoperchiando una serie di interrogativi. Continue reading “Fantasmi nucleari dall’Iran alla Corea del Nord”
Sparizioni di indigeni in Canada
Negli ultimi dieci anni in Canada, migliaia di bambine, ragazze e donne aborigene sono sparite nel nulla, o sono state travolte da un’ondata di assassinati. La vicenda che ha portato la questione alla ribalta della coscienza nazionale è quella di Tina Fontaine di quindici anni, diventata l’emblema di una lotta contro il silenzio. Continue reading “Sparizioni di indigeni in Canada”
Chi è il nemico in Siria?
Parliamoci chiaro. Le armi chimiche c’entrano poco. Negli ultimi sette anni, sono state impiegate, indiscriminatamente, sia dall’esercito siriano, sia dai suoi antagonisti – una parte di questi sostenuta dagli americani, i quali in più occasioni hanno preferito non intralciare l’Isis pur di mettere i bastoni fra le ruote a Damasco. E nessuno ha fatto nulla che potesse cambiare la situazione, a parte qualche gesto isolato e plateale. Continue reading “Chi è il nemico in Siria?”
L’Iran fra giochi di palazzo e cambio generazionale
Attraverso la cortina di fumo sulle dimostrazioni pubbliche delle ultime settimane, proviamo a guardare all’Iran come al laboratorio politico che è sempre stato, con la sua fitta rete di movimenti sociali che hanno lottato senza sosta per modernizzare la nazione e dato vita alla prima rivoluzione costituzionale del medio oriente nel 1906, e dagli anni sessanta e settanta, a quell’islam politico che guadagnerà importanza in seguito alla primavera araba del 2010-11. Continue reading “L’Iran fra giochi di palazzo e cambio generazionale”
Medio Oriente, il ruolo di Arabia Saudita, Iran e Stati Uniti
L’accordo con l’Iran sul nucleare procede, conferma una lettera al congresso del segretario di stato americano Rex Tillerson di aprile. Le pressioni di Russia, Cina ed Europa, e l’innegabile adempienza agli obblighi assunti, hanno disinnescato le minacce di Trump di farlo saltare, ma non l’intenzione di diminuire l’influenza del paese. Il summit di Riyadh di maggio ha rinsaldato la coalizione contro il terrorismo degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita, suo partner privilegiato dal 1945, che in verità ha l’Iran nel mirino. Continue reading “Medio Oriente, il ruolo di Arabia Saudita, Iran e Stati Uniti”
Il Grand Canyon è la nostra casa
Il blocco delle concessioni minerarie di uranio su più di 400 mila ettari di terra demaniale che circonda il Grand Canyon, richiesta dai nativi americani e accolta da Obama nel 2012, è oggi messa in discussione da politici dell’Arizona che vorrebbero che il presidente Trump la revocasse per far crescere l’economia locale. Continue reading “Il Grand Canyon è la nostra casa”
Discriminazione razziale nell’era Obama
Al termine della gestione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è tempo di bilanci e analisi sia del suo lascito, in un paese che ha visto mutare posizione e ruolo nell’ordine del mondo, sia della carica simbolica e la speranza di cambiamento, accese dalla sua prima elezione, in una società attraversata da laceranti brecce sociali e una feroce crisi economica. Continue reading “Discriminazione razziale nell’era Obama”
Elezioni presidenziali USA 2016. Chi sono i nemici di Hillary Clinton?
Dopo quattro lunghi e tormentati mesi di corsa per la nomina a candidata presidenziale per il Partito Democratico, e a cinque settimane dalla Convention Democratica, è opportuno riflettere sulle ragioni per cui Hillary Clinton non sia riuscita ad affermarsi sin dalle prime battute come un’opzione convincente e trascinare l’elettorato progressista, lasciando invece all’outsider Bernie Sanders il primato della speranza e il sogno americano – cavallo di battaglia della campagna di Obama, e la reale possibilità di mettere a rischio un lungo e calcolato progetto politico. Continue reading “Elezioni presidenziali USA 2016. Chi sono i nemici di Hillary Clinton?”