Il toro è il Charging Bull di Arturo di Modica, artista siciliano residente a New York, autore nel 1989 di un guerrilla act che, nel contesto della crisi di mercato di fine anni ’80, lo vide installare, senza alcuna autorizzazione, la sua scultura auto-prodotta davanti a Wall Street, a rappresentare la fiducia nella forza e il potere dell’America e la sua capacità di risollevarsi davanti alle difficoltà.
La bambina è la Fearless Girl di Kristen Visbal, artista del Delaware, commissionata da State Street Global Advisors, terzo gruppo di asset management più importante al mondo, e collocata il 7 marzo del 2017 a quindici metri dal toro, nell’ambito di una campagna per incentivare la nomina di donne in posizioni di rilievo, e celebrare l’anniversario della creazione di SHE, il primo indice femminile. Il messaggio di Kristen Visbal è che con le donne, in finanza e altre forme di potere, l’America è più forte.
I legali di Modica sollecitano al sindaco di New York, Bill de Blasio, e ai committenti di Fearless Girl, di spostarla, in quanto modificherebbe il significato della propria opera, trasformandola in un emblema negativo. Modica richiede inoltre un indennizzo per i danni intellettuali e commerciali subiti. In migliaia, invece, firmano nel lasso di pochi giorni una petizione affinché questa non venga rimossa. Bill de Blasio twitta: Gli uomini ai quali non piace che le donne occupino uno spazio sono esattamente la ragione per cui abbiamo bisogno della Fearless Girl.
Modica può anche avere tecnicamente ragione, ma la sua simbologia è usurata. L’arte è una conversazione che si intrattiene nel tempo e con l’altro, così come la politica. E la bambina con il mento alzato, e le braccia sui fianchi, in tono di sfida scanzonata e risoluta, non può che strappare un sorriso. Assomiglia troppo alle giovani donne di oggi e a un futuro migliore.
Ci sono poi, in questa storia, delle riflessioni di antropologia contemporanea, e alcuni aspetti di ordine educativo – sulla natura della forza e del potere di cui il mondo ha effettivamente bisogno di fronte alle sfide globali; sulla vitalità dell’azione, e della parola, pubblica, nel tramutare segni e squarciare significati; sul concepimento di una trasformazione nelle relazioni fra gli stati, le economie, i governi, le società, e gli individui; sull’etica della libertà e del confronto.
Questa è la genesi del blog di geopolitica “Il Toro e la Bambina”.