La crisi eterna del Sahel
L’area del Sahel, nell’Africa sub-sahariana, resta in scacco di una crisi che sembra eterna. In questa striscia di terra occupata da dodici paesi, che lungo il “bordo del deserto” attraversa l’Africa da est a ovest per 8.500 chilometri, alcuni di questi hanno subito gravi retrocessi democratici, altri all’insicurezza generalizzata hanno visto sommarsi disastri ambientali, tutti presentano un deficit di buon governo, e ovunque prevalgono insurrezioni islamiste. Continue reading “La crisi eterna del Sahel”
Jato Sonita: la bambina foresta
Jato Sonita, o la bambina foresta, ha 14 anni e vive in Cameroon. Ha deciso di mettere il proprio talento artistico e musicale al servizio dell’educazione popolare per “sanare il mondo”.
Le campagne della Bambina
Omofobia, tortura, discriminazione di genere, persone scomparse, educazione delle bambine e le ragazze, libertà di opinione, empowerment, violenza contro le donne, matrimoni precoci, mutilazioni genitali femminili: una galleria di campagne per i diritti umani.
Giornata internazionale contro l’omofobiaNon un giorno, non una vittima in piùDiscriminazione nel mondoI am like youSparizioni di aborigene in CanadaMalala YousafzaiFree Zehra DoğanLa più grande forza di cambio del pianeta: le bambineQuando le ragazze hanno gli stessi diritti dei ragazzi niente le può fermareStrong hands stop violenceFermiamo i matrimoni precociGiornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili
La vera origine del Thanksgiving negli Stati Uniti
“Felice Giorno del Ringraziamento, America. Mi chiamo Daunnette e sono qui con le mie amiche per raccontarvi la vera storia dietro questa festa. Crescendo, mi sono resa conto che quello che ti insegnano a scuola sul Giorno del Ringraziamento non è la verità. Non è la storia vera. Continue reading “La vera origine del Thanksgiving negli Stati Uniti”
Ruby Bridges
All’età di sei anni, Ruby Bridges dette una significativa spinta in avanti alla causa dei diritti civili negli Stati Uniti, diventando nel novembre del 1960 la prima studentessa afroamericana a essere ammessa in una scuola elementare per bianchi. Continue reading “Ruby Bridges”
Le parole della Bambina: diplomazia preventiva
La diplomazia preventiva si colloca nel quadro dell’impegno per la sicurezza e ha come base il riconoscimento della necessità imprescindibile di intervenire prima che una controversia degeneri in un conflitto armato. Continue reading “Le parole della Bambina: diplomazia preventiva”
La lunga marcia dei Navajo
La lunga marcia forzata dei Navajo, o Diné, la nazione autoctona più grande degli Stati Uniti, avvenne dall’agosto del 1863 alla fine del 1866. In 53 operazioni, condotte dell’esercito federale, 10 mila persone furono deportate dall’Arizona alla fascia orientale di quello che oggi è il Nuovo Messico. Continue reading “La lunga marcia dei Navajo”
Giornata internazionale di Nelson Mandela
La giornata internazionale di Nelson Mandela è stata creata, nel 2009, dalle Nazioni Unite, in riconoscimento al suo contributo per la democrazia e la pace. Continue reading “Giornata internazionale di Nelson Mandela”
Blowing in the wind
Blowing in the wind, composta da Bob Dylan, fu un singolo di successo del gruppo Peter, Paul & Mary, che lo eseguì nella marcia di Washington del 1963, in occasione della quale Martin Luther King diede il discorso I have a dream. La musica deriva da uno spiritual degli afrodiscendenti americani, No More Auction Block, e il testo evoca versetti biblici che pongono domande elementari sull’umanità, con la medesima risposta implicita rispetto al ripudio della guerra, in quanto contraria al supposto della vita. Continue reading “Blowing in the wind”
Le parole della Bambina: pace
“Pace” procede dal sanscrito pak, o pag, il cui significato è fissare, pattuire, legare, unire, saldare. Continue reading “Le parole della Bambina: pace”
Le storie della Bambina
Xochitl, Autumn, Jiya, Tara, Divina, Bana, Aleisha, Adhara, Somaya, Dyana, Folernace, Ellaham, Nahid, Marley, Rakiba: una galleria di pioniere e attiviste senza paura
Canción sin miedo
Scritta e interpretata da Vivir Quintana e Leticia Gallardo Martínez, in spagnolo e ayuujk (variante di Tlahuitoltepec, Messico) e suonata dalla banda femminile regionale “Donne del Vento Fiorito”. La banda venne fondata nel 2006 da 40 donne di diverse comunità indigene dello stato di Oaxaca. Canción sin miedo è diventata un inno contro la violenza sulle donne.
Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili
Dei 31 paesi in cui si applica la mutilazione genitale femminile, 27 si trovano nel continente africano, anche se la geografia del fenomeno è variegata. In questi, oltre un milione di donne sono state vittime della pratica che si radica in una profonda disuguaglianza di genere e l’ossessione per il controllo della sessualità. Continue reading “Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili”
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Fra le conseguenze drammatiche della pandemia COVID-19, a causa del confinamento domiciliare prolungato e ripetuto, si è registrato un aumento della violenza contro le donne, sia fra le mura domestiche, sia nel ciberspazio. Continue reading “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
Il rito della luce di Nice Nailantei
Nice Nailantei è impegnata nella lotta contro la mutilazione genitale femminile in Kenia. Il suo lavoro si dirige alle comunità proponendo un rito di iniziazione all’età adulta alternativo, un passaggio non aggressivo, non inibitorio della vita sessuale, e non rischioso per la salute delle future donne.
Ernesto Cardenal, voce morale del sandinismo
È morto a 95 anni Ernesto Cardenal, figura chiave della teologia della liberazione e voce morale del sandinismo. Appoggiò la lotta contro la dinastia Somoza, per quarant’anni al potere in Nicaragua, con l’appoggio degli Stati Uniti. Fu ministro della cultura del governo rivoluzionario durante gli anni ottanta.
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Hebe de Bonafini e la falsa notizia della sua morte
Una notizia falsa circa il presunto decesso di Hebe de Bonafini, circolata negli ultimi giorni attraverso la rete, ha visto pervenire all’associazione argentina Madres de Plaza de Mayo, di cui è cofondatrice, condoglianze da vari paesi, fra i quali Danimarca, Italia, Svezia e Venezuela. Anche il segretario generale dell’organizzazione degli stati americani, Luis Almagro, ha espresso il suo cordoglio per il fatto mai avvenuto, segno che le fake news non risparmiano nemmeno quanti dovrebbero vigilare sulla trasparenza nella regione. Continue reading “Hebe de Bonafini e la falsa notizia della sua morte”
Trenta anni fa la liberazione di Nelson Mandela
11 febbraio 1990 – La liberazione di Nelson Mandela
11 febbraio 1990 Viene liberato Nelson Mandela. Il leader sudafricano esce dalla prigione Victor Vester di Città del Capo, dopo aver passato in carcere gli ultimi 27 anni a causa della sua lotta contro l’apartheid. Quattro anni dopo la sua liberazione diventerà il presidente del Sud Africa.
Pubblicato da HISTORY su Domenica 11 febbraio 2018
Almanacco: l’Armata Rossa libera Auschwitz
27 gennaio 1945
Le truppe dell’Armata Rossa, del generale Kurockin, spalancano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, liberando circa 7 mila prigionieri. Molti erano bambini, e una cinquantina di loro aveva meno di otto anni, usati come cavie per la ricerca medica. Continue reading “Almanacco: l’Armata Rossa libera Auschwitz”
Africa: l’altra sponda del Mediterraneo
Il sedicente stato islamico ha rivendicato l’attacco, con un ordigno esplosivo rudimentale, nel quale sono stati feriti, nei pressi di Kirkuk, nove membri di un team misto di forze speciali italiane e peshmerga curde, impegnate nell’identificazione di cellule terroristiche in Iraq. Il grado di attenzione degli organi preposti non si è mai abbassato, con la conseguente riduzione degli attentati in Europa, dopo una sanguinosa stagione. Tuttavia, la minaccia resta, fuori e dentro i nostri comuni confini. Continue reading “Africa: l’altra sponda del Mediterraneo”
Pillole: Sharī‛a
Legge rivelata, base del comportamento dell’individuo e della comunità dei credenti. Continue reading “Pillole: Sharī‛a”
Lotta indigena in Brasile
“Molte terre e pochi indios”, afferma il presidente Jair Bolsonaro. E più di qualcuno pensa che l’Amazzonia si possa occupare, aprendosi strada con le fiamme. Continue reading “Lotta indigena in Brasile”
Pillole: Ayatollah
Titolo dato a eminenti dottori di scienze religiose e giuridiche, alti dignitari della gerarchia sciita, costituenti un’aristocrazia teologica. In Iran, dall’avvento della repubblica islamica nel 1979, esercitano un forte ruolo politico. Continue reading “Pillole: Ayatollah”
Pillole: Califfo
Sommo monarca della ummat al-islāmiyya (comunità islamica universale). Secondo la dottrina ortodossa, deve essere musulmano, sunnita, maggiorenne, di condizione libera e discendente dei quraish, la tribù di Maometto. Istituito dopo la morte del Profeta nel 632, il califfato ha avuto termine nel 1258, con la conquista di Baghdad da parte dei mongoli. Continue reading “Pillole: Califfo”
Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí
Lo sguardo acuto di Otilia Lux de Cotí, politica e attivista maya-quiché, si staglia dalla parete verde cinabro della sala da pranzo della sua casa di Città del Guatemala, su cui campeggia la vergine di Guadalupe e un trionfo di angeli. Nel mezzo di una difficile campagna per le elezioni presidenziali, e nell’anno internazionale delle lingue indigene, ragioniamo a lungo di politica, nazioni autoctone e giustizia sociale, in un paese in cui, in base ai dati dell’Onu, il 60 per cento della popolazione vive in povertà, percentuale che arriva al 76 nelle zone rurali, e oltre il 79 nelle comunità indigene, dove il 61 per cento dei minori soffre di malnutrizione. Continue reading “Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí”
Wounded Knee
Il 27 marzo del 1973, Sacheen Littlefeather, rappresentante della nazione apache e portavoce del movimento degli indiani americani (Aim per la sigla inglese), si presenta alla cerimonia di consegna degli Oscar, in rappresentanza di Marlon Brando, vincitore del premio per il miglior attore protagonista, in “Il Padrino” di Francis Ford Coppola. Continue reading “Wounded Knee”
Le migrazioni come gioco di specchi. Paulina Tovo: ‘Yo es tú’.

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Le interviste della Bambina
Una galleria di interviste a esperti e protagonisti internazionali
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Stando ai dati diffusi, riferiti ai primi nove mesi del 2018, in Italia, le donne assassinate sono 94, in 32 casi si parla di femminicidio, ovvero quando una donna viene uccisa in ragione del proprio genere; le denunce per maltrattamenti in famiglia sono 10.204, è recidivo il 17 per cento degli ammoniti; il reato di percosse ha registrato 8.718 casi; sono 2.977 le donne vittime di abuso sessuale; i numeri dello stalking arrivano a 8.414, con un incremento di segnalazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per il 90 per cento, la violenza è perpetrata da fidanzati, mariti, compagni, durante le relazioni o quando queste si sono concluse. Le regioni in cui le donne denunciano di più sono la Sicilia, la Campania e l’Emilia Romagna.
L’affare Khashoggi
Il rapporto del 2018 di Human Rights Watch definisce la Turchia come il primo paese a livello mondiale nella persecuzione di reporter, commentatori e blogger. Continue reading “L’affare Khashoggi”
Evergreen: A braccetto con il tiranno
La Bambina ripubblica un articolo di attualità
A braccetto con il tiranno
Il Toro e la Bambina, 30 giugno 2017
Il Consiglio Europeo, riunito a Bruxelles la scorsa settimana, ha discusso l’attuazione delle misure per arginare i flussi migratori lungo le rotte del Mediterraneo centrale e orientale, e gli strumenti creati per affrontarne le cause, compreso il riordino del sistema di asilo. Intenti che non hanno ancora scaturito grandi risultati, malgrado l’emergenza in corso, accreditando l’intollerabile torpore e la deficienza di strutture e processi, che vanno prontamente riformati per rispondere ai principi di responsabilità e solidarietà, nonché a quelli di efficienza istituzionale e politica. Continue reading “Evergreen: A braccetto con il tiranno”
Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030
Due eminenti attiviste per l’emancipazione femminile, Samar Badawi e Nassima al-Sadah, sono state arrestate in Arabia Saudita quest’estate. Da maggio sono almeno quindici le detenzioni di figure di alto profilo del movimento per i diritti umani, corredate da una aggressiva campagna che le dipinge come spie e agenti sovversivi per la destabilizzazione dello stato. Continue reading “Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030”
Nicaragua punto e accapo
Le proteste avvenute in Nicaragua contro la riforma fiscale del passato aprile, che decretava un aumento delle imposte per lavoratori, impresari e pensionati, hanno canalizzato il malcontento diffuso dal 2013 verso il presidente Daniel Ortega, in carica da undici anni mediante un ferreo controllo dell’esercito e della polizia. Continue reading “Nicaragua punto e accapo”
Sparizioni di aborigene in Canada
Negli ultimi dieci anni in Canada, migliaia di bambine, ragazze e donne aborigene sono sparite nel nulla, o sono state travolte da un’ondata di assassinati. La vicenda che ha portato la questione alla ribalta della coscienza nazionale è quella di Tina Fontaine di quindici anni, diventata l’emblema di una lotta contro il silenzio. Continue reading “Sparizioni di aborigene in Canada”
Palestina. Ahed Tamimi
I tribunali militari israeliani hanno un tasso di condanna del 95 per cento dei crimini attribuiti a dimostranti palestinesi. Ahed Tamimi, una ragazza sedicenne, che rischiava fino a dieci anni di carcere, ha patteggiato una pena di otto mesi di reclusione, e circa 1.500 dollari di ammenda, per aver schiaffeggiato un soldato e averlo spinto fuori a calci dal giardino di casa sua, ammettendo quattro dei dodici capi di accusa che le erano stati mossi, fra i quali aggressione aggravata contro un uomo adulto in assetto da combattimento, nonostante lei fosse disarmata. Continue reading “Palestina. Ahed Tamimi”
Free Zehra Doğan
Zehra Doğan è un’artista, giornalista e fotografa, nella Turchia di Erdoğan. E’ anche collaboratrice di Jinha, agenzia di stampa curda, ed è stata incarcerata per il suo lavoro di informazione e denuncia. Ha raccontato la realtà delle città assediate, mostrando la devastazione portata dai combattimenti tra l’esercito e i militanti curdi. Continue reading “Free Zehra Doğan”
Casamance
Si continua a sparare in Casamance, limbo meridionale del Senegal, isolato dal resto del paese, e incuneato fra il Gambia e la Guinea-Bissau. Il clamore delle atrocità compiute nelle vicine Liberia e Sierra Leone ha sottratto l’osservazione dei media dalla lotta separatista più lunga nell’Africa occidentale. Continue reading “Casamance”
Sonita Alizadeh contro i matrimoni forzati
In una cultura dove il 57 per cento delle bambine e delle ragazze vengono obbligate al matrimonio e cedute all’offerta più alta, Sonita Alizadeh, afghana rifugiata a Tehran, si è ribellata alla propria famiglia quando a 16 anni hanno cercato di venderla per 9 mila dollari per permettere al fratello di corrispondere a sua volta una dote di 7 mila. Continue reading “Sonita Alizadeh contro i matrimoni forzati”
Mindanao
Quarantasette anni di sanguinosa rivolta, dimenticata dalla stampa e dall’opinione pubblica, potrebbe trovare una conclusione in Mindanao, isola nel sud-est delle Filippine. Rappresentanti dell’esecutivo e della più grande realtà insurrezionalista del paese, il Fronte di Liberazione Islamico “Moro” (Milf, per l’acronimo inglese), hanno sottoposto al Presidente Rodrigo Duterte un disegno legislativo per il potenziamento dell’autonomia ottenuta nel 1996 e investimenti in questa regione travagliata dall’estremismo, che dal 2000 ha provocato 4 milioni di profughi interni, migliaia di vittime, e un ritardo storico nello sviluppo economico e sociale, a dispetto della ricchezza di risorse. Continue reading “Mindanao”
A braccetto con il tiranno
Il Consiglio Europeo, riunito a Bruxelles la scorsa settimana, ha discusso l’attuazione delle misure per arginare i flussi migratori lungo le rotte del Mediterraneo centrale e orientale, e gli strumenti creati per affrontarne le cause, compreso il riordino del sistema di asilo. Intenti che non hanno ancora scaturito grandi risultati, malgrado l’emergenza in corso, accreditando l’intollerabile torpore e la deficienza di strutture e processi, che vanno prontamente riformati per rispondere ai principi di responsabilità e solidarietà, nonché a quelli di efficienza istituzionale e politica. Continue reading “A braccetto con il tiranno”
Non un giorno, non una vittima, in più
La tortura è esercitata in oltre 140 paesi, compresi i firmatari della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, e trattati internazionali, come la Convenzione di Ginevra, che ne bandiscono il ricorso anche in circostanze di guerra. Continue reading “Non un giorno, non una vittima, in più”
Nilo Blu
C’è un terzo fronte di guerra nel Sudan. Eclissato dalle crisi nel Darfur e il Sud Sudan, ugualmente cruento per gli abitanti costretti alla fame e a massicci spostamenti forzati. Continue reading “Nilo Blu”
Sono tutti figli nostri
“Il massacro dei figli nostri” titola un quotidiano italiano riferendosi alla tragedia di Manchester – “La strage delle ragazze” in altri giornali. Un attacco vile da parte di chi ha per nemico il mondo e la vita. Di figli però ne abbiamo molti più e hanno nomi che spesso non sappiamo pronunciare.
Più dei tre quarti degli attentati di Boko Haram negli ultimi due anni in Nigeria, Cameroon, Chad e Niger, hanno utilizzato bambine e ragazze come bombe umane. Non sanno cosa gli viene legato addosso, sono traumatizzate, sedate, ubbidiscono a quanto ordinato dai loro aguzzini. Si avvicinano a un villaggio, bussano a una porta, chiedono dell’acqua. Il detonatore viene attivato da un cellulare a chilometri di distanza.
Settemila donne e bambine yazidi sono state ridotte in schiavitù sessuale dall’Isis in Iraq. Testimoni oculari in Siria hanno riportato informazioni di vendite all’asta di minori, mutilazioni, stupri, decapitazioni, bambini impiccati, crocifissi, bruciati vivi o lasciati morire di fame e sete. L’Isis ha combattenti dai 5 ai 13 anni, orfani di stragi, che vengono indottrinati e costretti ad attuare esecuzioni, anche di ragazzi della loro stessa età.
Che il terrorismo fondamentalista non risparmi i bambini, non è notizia di oggi.
Il lavoro che non difendiamo
Lo sfruttamento minorile intrappola 168 milioni di bambini e bambine fra i 5 e i 17 anni, 120 milioni hanno meno di 14 anni. Se è vero che molti collaborano a mansioni dell’economia familiare, molti di più svolgono attività inaccettabili per la loro età e in condizioni di rischio per la salute e la vita, deprivati dell’educazione, angariati, degradati, e vittime di gravi violazioni dei diritti umani, compresi l’arruolamento forzoso, la prostituzione, la pornografia, e la schiavitù. Il lavoro dei minori riproduce il ciclo inter-generazionale della povertà, ma è anche conseguenza di migrazioni ed emergenze. Solo nel 2016, 25.850 bambini e adolescenti migranti non accompagnati e separati sono arrivati in Italia, più del doppio rispetto al 2015. Che fine hanno fatto?
Tre anni sono troppo lunghi
Delle 276 ragazze rapite da Boko Haram il 14 aprile del 2014, nella scuola statale superiore di Chibok in Nigeria, 57 sono riuscite a liberarsi, 24 sono state rilasciate dopo due anni, in seguito a negoziazioni del governo, 195 sono ancora nelle mani dei terroristi islamici che nella regione del Borno hanno provocato la morte di almeno 20.000 persone dal 2009.
Osservatorio Africa
Gli africani non confidano nelle commissioni elettorali e nella qualità dei suffragi nei propri paesi. Secondo il centro di ricerca Afrobarometer, in trentasei nazioni, circa il 60% degli intervistati non pensa che le votazioni siano libere e giuste e descrivono situazioni diffuse di corruzione, controllo dei media e intimidazioni violente ai seggi. Eppure tante elezioni in Africa hanno costituito delle pietre miliari nell’evoluzione storica delle società e il raggiungimento della pace. Continue reading “Osservatorio Africa”