Almanacco: gli Stati Uniti bombardano Hiroshima
Nell’ultima fase del secondo conflitto mondiale, nel 1945, gli Stati Uniti condussero bombardamenti atomici sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Questi eventi rappresentano l’unico impiego letale di armamenti nucleari che sia mai stato realizzato nella storia.
La guerra in Europa si era conclusa con la capitolazione dei nazisti l’8 maggio, ma continuava nel Pacifico, e gli alleati si stavano preparando a un’invasione di terra del Giappone. Il 26 luglio, Stati Uniti, Regno Unito e Cina, avevano intimato alla potenza nipponica di mettere fine alle ostilità, minacciando la distruzione totale, ma questa ignorò l’ultimatum.
Vennero sganciati due missili del Manhattan Project: Little Boy, dispositivo all’uranio, il 6 agosto, su Hiroshima, e Fat Man, al plutonio, il 9, su Nagasaki. Nello spazio temporale di 2-4 ore, gli effetti acuti delle esplosioni uccisero fra 90 e 166 mila individui a Hiroshima e fra 60 e 80 mila a Nagasaki; il numero più alto di decessi avvenne il primo giorno. Gli Stati Uniti stimarono che le cause delle morti totali furono le ustioni per il 20-30 per cento, altri effetti immediati delle radiazioni per il 15-20, e patologie sviluppatesi in seguito per il 50-60. In entrambe le città, la maggioranza delle persone che persero la vita furono civili. A Hiroshima, l’impatto, corrispondente a 15 mila tonnellate di Tnt, polverizzò 1.295 ettari di area metropolitana.
Meno di una settimana dopo l’operazione su Nagasaki, il Giappone cedette alle forze alleate e il 2 settembre sottoscrisse il documento di resa. Come parte delle condizioni dettate dagli Stati Uniti, negli anni a seguire, accettò la proibizione di produrre testate nucleati. La giustificazione etica del ricorso a questo tipo di mezzo per terminare il conflitto e, soprattutto, condizionare e controllare, nel tempo, l’espansione di una nazione è ancora oggetto di dibattito.
Peraltro, gli storici identificano un’altra ragione per la decisione presa. Il secondo obiettivo sarebbe stato una dimostrazione di forza diretta all’allora Unione Sovietica. La conferenza di Postdam, fra Harry S. Truman, Joseph Stalin e Winston Churchill, terminò solo quattro giorni prima del bombardamento di Hiroshima, nel corso della quale le relazioni fra i due paesi si erano oltremodo deteriorate. L’utilizzo efficace di armi di distruzione di massa in Giappone servì per bilanciare il potere fra Washington e Mosca nell’Europa dell’est e rappresentò l’inizio della guerra fredda. L’illusione statunitense di poter, a lungo, contare sul monopolio atomico, tuttavia, fu presto infranta. Entro il 1949, i sovietici avevano sviluppato la propria bomba ed ebbe inizio la corsa al nucleare.
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