Pillole: Panarabismo

Ideologia politica e movimento, appartenenti all’ambito del nazionalismo arabo, intesi a promuovere l’unità, o quanto meno una vasta solidarietà politica e culturale, fra i popoli di lingua e civiltà araba. Dal 1945 ha trovato espressione, sul piano istituzionale, nella Lega degli Stati Arabi.Il panarabismo si è sviluppato a partire dal primo conflitto mondiale, con il generale moto di riscatto dei popoli arabi dal dominio ottomano e coloniale. I paesi, che di recente avevano raggiunto l’indipendenza, godevano di simili tratti storici, culturali, economici e sociali, che a detta dei leader, costituivano un potere collettivo e una fonte di coesione morale.

Venne fondato, in gran misura, da arabi cristiani come Michel Aflaq, siriano greco-ortodosso, e rimase in auge fino agli anni settanta. È all’origine del partito Baaz che prese il potere in Siria e Iraq, poi diviso in fazioni in lotta tra loro.

A metà degli anni sessanta, con l’egiziano Gamal Abdel Nasser al suo fronte, il panarabismo divenne una proposta radicata dal Maghreb al Medio Oriente. Nasser influì sulla politica del suo tempo al punto che spesso si parla di “nasserismo” come sinonimo di nazionalismo arabo. Sostenuto in occasioni dall’Unione Sovietica, fu anche vincolato al sentimento di rivoluzione sociale e al socialismo. L’articolazione delle idee marxiste da un punto di vista arabo si concretò nel controllo delle risorse da parte dello stato nel tentativo di beneficiare l’intera popolazione in maniera orizzontale.

Nei paesi dove si affermarono il baazismo o il nasserismo, ovvero le due principali correnti politiche che difesero i principi del panarabismo, questi si concretarono nella rivendicazione dell’aggregazione del mondo arabo in un unico soggetto, la nazionalizzazione delle imprese straniere, la riforma agraria, l’accesso universale a salute ed educazione, e l’eradicazione della povertà.

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