Capire la geopolitica: Gérard Dussouy

Parte della scuola francese di geopolitica, Gérard Dussouy ha presentato, in diverse pubblicazioni fra il 2001 e il 2009, un modello della configurazione sistemica geopolitica, nel quale la complessità viene affrontata approcciando la successione di cinque spazi. 
Tre centrali, lo spazio demografico, lo spazio strategico-diplomatico, e lo spazio economico, ne formano l’infrastruttura, articolata con lo spazio fisico e coronata dallo spazio simbolico. Il concetto del potere è rappresentato da un asse centrale che connette tutti gli spazi.

Verticalmente, relazioni definite inter-dimensionali danno ragione dell’elemento dell’incertezza, più o meno dominante, così come rivelano la volubilità della posizione di ogni attore da una dimensione all’altra, e tracciano la linea che unisce i diversi punti che simboleggiano il potere degli attori. Questo modello include anche l’analisi delle variabili della configurazione per apprezzare i parametri di cambio, sia dei singoli campi, sia della struttura globale del potere.

A tale fine, vengono utilizzati tre doppi assi di osservazione: locale/globale, guerra/pace, eterogeneità/omogeneità. Per quanto riguarda il primo, Dussouy, convinto che una semplice metodologia dialettica non possa dare conto a pieno della complessità esistente, applica una logica trialettica, includendo tre dinamiche separate: l’assimilazione dell’omogeneità, l’equilibrio antagonista dell’eterogeneità, e l’omogeneità adattiva.

Negli ultimi vent’anni, il pensiero geopolitico classico è finito sotto attacco, dovuto a un numero di studiosi radicali che hanno rigettato la validità dei metodi e hanno sviluppato una geopolitica critica alternativa, ispirata al post-modernismo. La sofisticata teoria sviluppata da Gérard Dussouy, tuttavia, dà prova di un progetto intellettuale, interdisciplinario nella sua essenza, che concreta una valida forma di investigazione scientifica in ambito politico, a partire dal pensare e ripensare lo spazio. Inoltre, i sistemi delineati da Lacoste, Dijkink e Dussouy, contengono sinergie per rilanciare un quadro epistemologico di ricerca integrato, in continuità e rinnovamento della storia della disciplina.

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