Spazi strategici: il canale di Panama

Il canale di Panama misura circa 80 chilometri e collega l’Atlantico al Pacifico. Il punto di minore larghezza è di 13.7 chilometri ed è stato scavato nella roccia metamorfica del Continental Divide, lo spartiacque que separa i bacini idrografici dei fiumi che finiscono nei due oceani.Costruito nel punto più stretto dell’istmo centramericano, venne inaugurato il 15 agosto 1914, e da allora è considerato una delle opere di ingenieria più importanti della storia.

Usa un sistema di chiuse con portelli di entrata e uscita. Queste servono a portare le navi al livello dell’oceano o a quello del lago artificiale Gatun, superiore di 26 metri, per consentire che navighino attraverso il canale. Le dimensioni dei compartimenti permettono il passaggio di portacontainer di 15.2 metri di pescaggio, 48.8 di ampiezza, 365.8 di lunghezza, e 13 mila Teu di capacità di cargo. L’acqua impiegata per sollevarle e abbassarle cade per gravità nelle chiuse dal lago Gatun attraverso canali sotterranei.

Tra 13 e 14 mila navi attraversano il canale di Panama ogni anno, principalmente statunitensi e cinesi. Il trasporto commerciale che vi transita corrisponde al 5 per cento del volume su scala mondiale. E’ operativo 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, grazie a una forza lavoro composta da 9 mila persone.

La sua origine si trova in un’antica via seguita dagli abitanti della regione per accorciare le distanze, conosciuta come Camino Real de Nombre de Dios, anche se furono i conquistadores spagnoli a risaltarne l’importanza intorno al 1515, essendo la maniera migliore di raggiungere il viceregno del Perù senza passare per il pericoloso Capo Horn. Vennero allestiti magazzini della corona e il Panama divenne un attivo centro di scambio fra prodotti del vecchio continente e il nuovo mondo.

All’epoca, tuttavia, il percorso prevedeva una parte terrestre che rendeva il viaggio complesso e rischioso. I carichi di oro, e altre merci preziose, dovevano cambiare varie volte di vettore e i vascelli venivano smontati e riassemblati da un capo all’altro. Fu Carlo V, con l’aiuto del politico e condottiero Gaspar de Espinosa, a promuovere l’idea di un’opzione che fosse solo fluviale, ma molteplici tentativi si susseguirono senza l’esito sperato. 

Nella metà del XIX secolo, il diplomatico e impresario francese, Ferdinando de Lesseps, dopo aver contribuito all’apertura del canale di Suez, presentò una proposta di scavo a Panama. La mancanza di volontà politica e numerose difficoltà tecniche condussero, però, all’abbandono. L’élite panamense aveva sempre premuto per la realizzazione del canale, sebbene la Colombia, di cui il Panama faceva parte, si era dimostrata reticente. Nel 1901, gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano,  l’autorizzazione per realizzare e gestire il canale per 100 anni. Nel 1903, però, la Colombia decise di non ratificare l’accordo. Gli Stati Uniti, allora, organizzarono una sommossa a Panama e minacciarono di intervenire militarmente se fosse avvenuta alcuna reazione contro l’indipendenza del Panama dalla Colombia.

Philippe-Jean Bunau-Varilla, ingeniere francese che aveva collaborato con Lesseps, venne nominato inviato straordinario e ministro plenipotenziario per il Panama negli Stati Uniti. Due settimane dopo la dichiarazione di indipendenza, viaggiò a Washington. Bunau-Varilla era anche un importante azionista della Compagnie Nouvelle du Canal de Panamá, che aveva ancora la concessione per la costruzione canale. Negoziò un trattato in base al quale gli Stati Uniti avrebbero finanziato il canale a cambio del possesso perpetuo di una fascia adiacente al suo percorso di 10 miglia di estensione su ogni lato e la cessione perpetua dei suoi diritti commerciali. Gli Stati Uniti comprarono le azioni della Compagnie per 40 milioni di dollari. Il Panama ottenne il pagamento dei dieci milioni originariamente destinati alla Colombia, una rendita annuale di 250 mila dollari, e protezione da qualunque aggressione.

Nel 1904, l’ingeniere e manager ferroviario, John F. Stevens, lanciò un nuovo progetto, che permetteva l’attraversata da oceano a oceano in 10 ore, portato a termine da George W. Goethals. L’impresa fu ardua, non mancò di inconvenienti, e fu segnata da diverse epidemie di malaria e febbre gialla che decimarono i lavoratori.

Tentativi panamensi di rinegoziare gli accordi avvennero già all’indomani della firma, nel novembre del 1903, in quanto questi non erano stati firmati da nessun rappresentante di nazionalità panamense. Questa attività aumentò a seguito degli eventi del 1964. Una folla ostile tentò di entrare nella zona del canale in protesta per un attacco delle forze di sicurezza contro una dimostrazione pubblica. Una bandiera nazionale, che gli studenti rivendicavano il diritto di issare accanto a quella statunitense, fu lacerata dai soldati. Dopo tre giorni di combattimento, rimasero uccisi 22 panamensi e 4 statunitensi. Il 9 gennaio è ricordato a Panama come il Giorno dei Martiri.

Il 10 gennaio il Panama interruppe le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti e, il 15, il Presidente della Repubblica, Roberto Chiari, dichiarò che non si sarebbero ristabilite relazioni diplomatiche, finché non si fosse accettato di ridiscutere il trattato. Il primo passo in tal senso venne compiuto il 13 aprile, quando entrambi i paesi acconsentirono ad adottare procedure per l’eliminazione delle cause del conflitto. Poche settimane dopo, Robert B. Anderson, rappresentante speciale del presidente Lyndon Johnson, volò a Panama per preparare i futuri negoziati e stabilire un calendario.

Grazie ai trattati Torrijos-Carter, iniziati il 15 febbraio 1977 e conclusi il 10 agosto dello stesso anno, il canale è gestito dal governo del Panama. I trattati abrogavano il precedente trattato Hay-Bunau Varilla del 1903, garantendo che il Panama avrebbe acquisito il pieno controllo delle operazioni del canale a partire dalle 12:00 del 1 gennaio del 2000. Nonostante ciò, il primo, noto come il trattato di neutralità, concede agli Stati Uniti il diritto permanente di difendere il canale da ogni minaccia che possa interferire con la sua accessibilità continuata alle navi in transito di tutte le nazioni.

Nel 1989, con l’operazione Just Cause, gli Stati Uniti deposero il leader de facto Manuel Noriega, prendendo totale possesso del canale e mantenendone una stretta occupazione fino al 1999. L’obiettivo principale dell’invasione fu aggirare il trattato e trovarsi in una posizione dominante per raggiungere un importante accordo di libero scambio, che li rendesse il maggior partner commerciale e politico del paese centroamericano, dopo il trasferimento di autorità.

Ci sono ancora organizzazioni, afferenti all’area dei conservatori, che esortano gli Stati Uniti a dichiarare nulli i trattati a fronte del fatto che il testo in spagnolo è differente da quello in inglese. Nel 2000, il partito repubblicano del Texas, promosse la risoluzione n. 77 che ne chiedeva la nullità.

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