Pillole: Jihad

Il concetto di jihad rappresenta un elemento centrale dell’Islam, oggetto di importanti studi, intorno al quale si è sviluppata una teoria giuridica e politica.  Può essere tradotto come “sforzo sulla via di Dio”.

Continue reading “Pillole: Jihad”

I graffiti della Bambina

Una galleria ispiratrice di arte urbana

Bleeps, Atene
Stinkfish+Emptyboy, Bogota
Bansky, Cisgiordania
Alice Pasquini, Casal Bernocchi Roma
Lily Luciole, Parigi
Seth Mathurin, Bronx
Seth Mathurin, Louisiana
EZK, Parigi
Arromanches Les Bains (spiaggia dello sbarco in Normandia)
Murad Subay, Taiz Yemen
Lily Luciole, Mile End Londra
Seth, Shangai
Haifa Subay, Sanaa Yemen
Bleeps, Atene

 

Vota i tuoi post preferiti!

Un articolo fra quelli pubblicati nel 2019 ti ha colpito? Ti ha introdotto a una realtà nuova? O ti ha  aiutato ad approfondire temi di tuo interesse?

Vota i tuoi post preferiti!

Hai tempo fino al 2 gennaio per aiutare il blog a continuare a migliorare, inoltrando le tue preferenze a info@iltoroelabambina.it.

Le alture del Golan, una scuola di geopolitica

Le alture del Golan sono un altopiano roccioso, a nord-est di Israele, fra i 1.000 e i 1.200 metri di altezza, con una superficie totale di circa 1.800 chilometri quadrati. Delimitate dal monte Hermon a nord, dal fiume Yarmuk a sud, da un suo ramo stagionale e colline degradanti a est, e dal fiume Giordano e dal mare di Galilea a ovest, sono di enorme calibro strategico-militare, in quanto forniscono un ampio dominio visivo su Israele, Siria, Giordania, e Libano. Continue reading “Le alture del Golan, una scuola di geopolitica”

Almanacco: Vietnam

2 luglio 1976

La Repubblica Democratica del Vietnam (Vietnam del Nord) e il Governo Rivoluzionario Provvisorio del Vietnam del Sud si uniscono per formare la Repubblica Socialista del Vietnam.  La capitale viene stabilita ad Hanoi.

La lotta per la sopravvivenza delle donne e le ragazze yemenite

Lo Yemen è uno degli stati arabi più poveri e con l’indice più alto di mortalità materna. La guerra è scaturita da una fallita successione politica, che avrebbe dovuto portare stabilità all’indomani della “primavera araba”, che nel 2011 forzò l’autoritario presidente, Ali Abdullah Saleh, a dimettersi, dopo essere stato al potere per trentatré anni. Continue reading “La lotta per la sopravvivenza delle donne e le ragazze yemenite”

Almanacco: Israele

10 giugno 1967

Israele conquista la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai dall’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme dalla Giordania, e le alture del Golan dalla Siria, come esito della Guerra dei Sei Giorni.

Pillole: Califfo

Sommo monarca della ummat al-islāmiyya (comunità islamica universale). Secondo la dottrina ortodossa, deve essere musulmano, sunnita, maggiorenne, di condizione libera e discendente dei quraish, la tribù di Maometto. Istituito dopo la morte del Profeta nel 632, il califfato ha avuto termine nel 1258, con la conquista di Baghdad da parte dei mongoli. Continue reading “Pillole: Califfo”

Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí

Lo sguardo acuto di Otilia Lux de Cotí, politica e attivista maya-quiché, si staglia dalla parete verde cinabro della sala da pranzo della sua casa di Città del Guatemala, su cui campeggia la vergine di Guadalupe e un trionfo di angeli.  Nel mezzo di una difficile campagna per le elezioni presidenziali, e nell’anno internazionale delle lingue indigene, ragioniamo a lungo di politica, nazioni autoctone e giustizia sociale, in un paese in cui, in base ai dati dell’Onu, il 60 per cento della popolazione vive in povertà, percentuale che arriva al 76 nelle zone rurali, e oltre il 79 nelle comunità indigene, dove il 61 per cento dei minori soffre di malnutrizione. Continue reading “Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí”

Vota i tuoi post preferiti!

Un articolo fra quelli pubblicati nel 2018 ti ha colpito? Ti ha introdotto a una realtà nuova? O ti ha  aiutato ad approfondire temi di tuo interesse?

Vota i tuoi post preferiti!

Hai tempo fino al 2 gennaio per aiutare il blog a continuare a migliorare, inoltrando le tue preferenze a info@iltoroelabambina.it.

Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030

Due eminenti attiviste per l’emancipazione femminile, Samar Badawi e Nassima al-Sadah, sono state arrestate in Arabia Saudita quest’estate. Da maggio sono almeno quindici le detenzioni di figure di alto profilo del movimento per i diritti umani, corredate da una aggressiva campagna che le dipinge come spie e agenti sovversivi per la destabilizzazione dello stato. Continue reading “Riforme senza diritti: Arabia Saudita 2030”

La mer

La tendencia actual de reducir drásticamente el derecho al asilo político, acompañada de la estricta prohibición de entrada a los “inmigrantes económicos”, no indica una nueva estrategia con respecto al fenómeno de los refugiados, sino solo la ausencia de una estrategia y la deseo de evitar una situación en la que tal ausencia pueda causar vergüenza política (Zygmunt Bauman).

Janna Jihad Ayyad, corrispondente di guerra

Janna Jihad Ayyad, classe 2006, è un’attivista per la pace e giornalista in erba.  Nata nella tribù Banu Tamim, è figlia della direttrice del dipartimento per gli affari della donna del governo palestinese.  Ha cominciato a postare reportage sull’occupazione israeliana quando aveva sette anni, dopo l’uccisione di due membri della sua famiglia, usando l’iPhone della madre, e arrivando a ottenere più di 280 mila followers in Facebook.  E’ presente su diversi social media in arabo e inglese.  “La mia telecamera – ha dichiarato, è più forte di qualsiasi fucile”.

Islam politico

Dagli anni settanta, hanno preso il via numerosi modelli di partecipazione politica di formazioni islamiche, il cui scopo è l’applicazione alla vita sociale della shari’a, ovvero di concetti coranici, nonostante il testo sacro non includa categorie sulla configurazione o amministrazione dello stato, e fornisca solo indicazioni di giurisprudenza o principi generali, fra cui quello della consultazione negato da tanti assolutismi contemporanei. Continue reading “Islam politico”

Chi è il nemico in Siria?

Parliamoci chiaro.  Le armi chimiche c’entrano poco.  Negli ultimi sette anni, sono state impiegate, indiscriminatamente, sia dall’esercito siriano, sia dai suoi antagonisti – una parte di questi sostenuta dagli americani, i quali in più occasioni hanno preferito non intralciare l’Isis pur di mettere i bastoni fra le ruote a Damasco.  E nessuno ha fatto nulla che potesse cambiare la situazione, a parte qualche gesto isolato e plateale. Continue reading “Chi è il nemico in Siria?”

Turchia, la deriva autoritaria

La Turchia, nel silenzio generale, è diventata una minaccia allo stato di diritto internazionale.  Le ondate di arresti e licenziamenti – 90 mila al primo trimestre di quest’anno, voluti dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, e susseguitisi dal fallito colpo di stato del 15 luglio del 2016, per purgare le istituzioni da chiunque associato con Fethullah Gülen, clerico in esilio in Pennsylvania, si sono estesi oltre i confini domestici. Continue reading “Turchia, la deriva autoritaria”

Palestina. Ahed Tamimi

I tribunali militari israeliani hanno un tasso di condanna del 95 per cento dei crimini attribuiti a dimostranti palestinesi.  Ahed Tamimi, una ragazza sedicenne, che rischiava fino a dieci anni di carcere, ha patteggiato una pena di otto mesi di reclusione, e circa 1.500 dollari di ammenda, per aver schiaffeggiato un soldato e averlo spinto fuori a calci dal giardino di casa sua, ammettendo quattro dei dodici capi di accusa che le erano stati mossi, fra i quali aggressione aggravata contro un uomo adulto in assetto da combattimento, nonostante lei fosse disarmata. Continue reading “Palestina. Ahed Tamimi”

Casamance

Si continua a sparare in Casamance, limbo meridionale del Senegal, isolato dal resto del paese, e incuneato fra il Gambia e la Guinea-Bissau.  Il clamore delle atrocità compiute nelle vicine Liberia e Sierra Leone ha sottratto l’osservazione dei media dalla lotta separatista più lunga nell’Africa occidentale. Continue reading “Casamance”

Sos Afghanistan

Dopo oltre quindici anni, non è azzardato pensare che la coalizione Nato in Afghanistan e nel nord-ovest del Pakistan non abbia una strategia decisiva.  Il governo di unità nazionale, frutto di un patto di condivisione del potere, mediato da John Kerry nel 2014, fra i due contendenti che si accusavano di brogli elettorali – Ashraf Ghani, presidente, e Abdullah Abdullah, primo ministro, è frammentato e piagato dalla corruzione.  Soprattutto è incapace di mantenere l’ordine. Continue reading “Sos Afghanistan”

Medio Oriente, il ruolo di Arabia Saudita, Iran e Stati Uniti

L’accordo con l’Iran sul nucleare procede, conferma una lettera al congresso del segretario di stato americano Rex Tillerson di aprile.  Le pressioni di Russia, Cina ed Europa, e l’innegabile adempienza agli obblighi assunti, hanno disinnescato le minacce di Trump di farlo saltare, ma non l’intenzione di diminuire l’influenza del paese.  Il summit di Riyadh di maggio ha rinsaldato la coalizione contro il terrorismo degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita, suo partner privilegiato dal 1945, che in verità ha l’Iran nel mirino. Continue reading “Medio Oriente, il ruolo di Arabia Saudita, Iran e Stati Uniti”

Vota i tuoi post preferiti!

Un articolo fra quelli pubblicati nel 2017 ti ha colpito? Ti ha introdotto a una realtà nuova? O ti ha  aiutato ad approfondire temi di tuo interesse?

Vota i tuoi post preferiti!

Hai tempo fino al 4 gennaio per aiutare il blog a continuare a migliorare, inoltrando le tue preferenze a info@iltoroelabambina.it

Impegno armato e petrolio, la forza dei curdi indipendentisti

I curdi, 30 milioni di persone dislocate su cinque paesi – secondo dati della Cia del 2014, il 18 per cento in Turchia, il 17.5 in Iraq, il 10 in Iran, il 9.7 in Siria, e due milioni di diaspora in Europa, nutrono aspirazioni di sovranità dalla fine della prima guerra mondiale, quando lo smembramento dell’impero ottomano determinò l’assetto del medio oriente. Continue reading “Impegno armato e petrolio, la forza dei curdi indipendentisti”

Il rebetiko e le lezioni della storia

 

Se siete capitati qualche volta in Grecia, e non avete passato le vacanze a bere spritz in un locale à la page gestito da italiani, forse vi sarete imbattuti in quella che per il turismo disattento è approssimativamente “musica tradizionale”. Vi sarà sembrato di vedere un mandolino, magari l’avrete chiamato banjo; in realtà, quello che suonava era un bouzouki, membro della famiglia dei liuti dal collo lungo, tricorde nella sua espressione originale, strumento principale del rebetiko che ha spopolato fino agli anni ’50, e che oggi è parte intrinseca dell’identità nazionale ellenica. Qualcuno saprà che la scena di apertura di Pulp Fiction di Tarantino scorre sulle note dell’arrangiamento di un motivo rebetiko di Nikos Roubanis del 1930. Continue reading “Il rebetiko e le lezioni della storia”

Mindanao

Quarantasette anni di sanguinosa rivolta, dimenticata dalla stampa e dall’opinione pubblica, potrebbe trovare una conclusione in Mindanao, isola nel sud-est delle Filippine. Rappresentanti dell’esecutivo e della più grande realtà insurrezionalista del paese, il Fronte di Liberazione Islamico “Moro” (Milf, per l’acronimo inglese), hanno sottoposto al Presidente Rodrigo Duterte un disegno legislativo per il potenziamento dell’autonomia ottenuta nel 1996 e investimenti in questa regione travagliata dall’estremismo, che dal 2000 ha provocato 4 milioni di profughi interni, migliaia di vittime, e un ritardo storico nello sviluppo economico e sociale, a dispetto della ricchezza di risorse. Continue reading “Mindanao”

Libia. La rivoluzione inconclusa

La strage di Manchester del 22 maggio e la vicenda umana dell’attentatore Salman Abedi, britannico di genitori libici, combattente adolescente della resistenza al regime di Gheddafi, porta alla ribalta un paese dove la guerra è entrata a far parte di storie individuali e famigliari, il sacrificio dei caduti della rivoluzione è ostentato nello spazio collettivo, e il desiderio di morte è una forma di cultura per tanti, per quanti come Abedi un’ossessione. Continue reading “Libia. La rivoluzione inconclusa”

Siria.  La pantomima della linea rossa

Sei anni di guerra civile, 470.000 morti – di cui 70.000 per carenza di servizi di salute, farmaci, acqua potabile e condizioni igieniche, 145.000 cittadini scomparsi, quasi 2 milioni di feriti, 6 milioni di sfollati interni, il 10 per cento dei siriani rifugiato, 13 milioni di persone in stato di emergenza umanitaria, e circa 5 milioni di queste in aree inaccessibili agli aiuti. Continue reading “Siria.  La pantomima della linea rossa”

Osservatorio Africa

Gli africani non confidano nelle commissioni elettorali e nella qualità dei suffragi nei propri paesi.  Secondo il centro di ricerca Afrobarometer, in trentasei nazioni, circa il 60% degli intervistati non pensa che le votazioni siano libere e giuste e descrivono situazioni diffuse di corruzione, controllo dei media e intimidazioni violente ai seggi.  Eppure tante elezioni in Africa hanno costituito delle pietre miliari nell’evoluzione storica delle società e il raggiungimento della pace. Continue reading “Osservatorio Africa”

Ritorno al futuro. Il processo di pace israelo-palestinese

La Conferenza di Parigi sul Vicino Oriente del 15 gennaio non ha prodotto esiti storici, o almeno costruttivi, nel rilancio del dialogo fra Israele e Palestina.  Nel limbo del processo di pace, l’erosione del capitale diplomatico, la recrudescenza fondamentalista di Israele, e la frammentazione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), sono le voci di coloro che la pace la costruiscono giorno per giorno, lontano dai riflettori, a essere fonte di ispirazione e speranza. Continue reading “Ritorno al futuro. Il processo di pace israelo-palestinese”

La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto

Il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato il 7 ottobre a Juan Manuel Santos, presidente della Colombia al suo secondo mandato consecutivo, per aver promosso un accordo che pretende concludere il conflitto armato interno più lungo del continente americano, durato 52 anni (nella regione permangono conflitti di bassa intensità in Paraguay, Messico e Perú), con un bilancio di un quarto di milione di morti (80% civili), 46.000 casi di sparizione, migliaia di vittime di arruolamento forzato, sequestro, tortura, abuso sessuale, e secondo le stime dai cinque agli otto milioni di sfollati. Continue reading “La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto”

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑