Almanacco: Blocco della Striscia di Gaza / Conflitto israelo-palestinese

Nel settembre del 2007, Israele dichiarò Gaza “territorio ostile”. Ebbe, quindi, inizio l’applicazione di pesanti sanzioni economiche, e regolamentazioni penalizzanti alle esportazioni e le importazioni di merci palestinesi. Israele, inoltre, interruppe le forniture di elettricità, carburante, e altri servizi essenziali. L’insieme di queste misure, venne definito “blocco della Striscia di Gaza”.

L’obiettivo dichiarato era quello di esercitare pressione su Hamas affinché mettesse fine al lancio di razzi verso installazioni israeliane. I razzi Qassam, armi rudimentali in acciaio autoprodotte, lunghe 70 centimetri e cariche di esplosivo, dal 2000 al 2007, avevano causato la morte di 10 persone, il ferimento di alcune centinaia e uno stato di continuo allarme.

La decisione di Israele venne condannata come “punizione collettiva” dalla Lega Araba. Fu anche criticata dal segretario generale delle Nazioni Unite,  Ban Ki-moon, dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu, e da altre organizzazioni di diritti umani, in quanto contraria alla risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza, approvata nel 2009. La violazione di tale risoluzione è stata, in vari casi, perpetrata dagli Stati Uniti.

Secondo il centro di informazione israelo-palestinese, B’Tselem, nel corso del 2007, i palestinesi uccisero 7 civili israeliani (tre in un attacco suicida). Nello stesso periodo, le forze israeliane uccisero 290 palestinesi a Gaza, e 83 in Cisgiordania.

La stretta venne allentata, in seguito all’incidente della Mavi Marmara (o Freedom Flotilla), del 31 maggio 2010. La nave  pro-palestinese, trasportante aiuti umanitari e altre merci, tra cui un carico di 10 mila tonnellate di calcestruzzo, tentò di violare il blocco. Intercettata nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo, le forze navali israeliane assassinarono dieci attivisti, e provocarono dozzine di feriti. Ci furono anche centinaia di arresti.

Il blocco della Striscia di Gaza è continuato per 16 anni fino al 2023. In combinazione con 75 anni di occupazione militare, ha reso insopportabile la vita di 1.9 milioni di abitanti, i quali hanno cercato di esercitare forme di protesta, sempre soffocate nel sangue. In realtà, rappresentò l’intensificazione di politiche israeliane, sempre più stringenti, dei decenni precedenti.

Dal 1991 al 2006, si susseguirono imposizioni che inclusero l’introduzione di un severo controllo della mobilità delle persone, espulsioni e disgregazioni famigliari, la limitazione dei permessi di lavoro fuori dalla Striscia. Israele distrusse l’aeroporto di Gaza e costruì un muro di separazione, di 50 metri di larghezza che si estende, con torrette di controllo, su un tracciato di 730 chilometri, e prevede un fossato, un recinto elettronico, una strada per le pattuglie militari e altro filo spinato.

Già prima del 2007, Gaza era stata separata dalla Cisgiordania, per quanto riguarda lo scambio commerciale. Israele aveva, altresì, tagliato l’accesso alle sorgenti di acqua della stessa Striscia. Con il blocco, la Striscia di Gaza è rimasta isolata per terra, aria e mare.

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