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Giornata internazionale dei bambini e le bambine vittime innocenti di aggressione – Il Toro e la Bambina

Giornata internazionale dei bambini e le bambine vittime innocenti di aggressione

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in una sessione di emergenza sulla questione palestinese del 19 agosto 1982, “inorridita dal grande numero di bambini palestinesi e libanesi vittime innocenti degli atti di aggressione di Israele”, prese la decisione di commemorare il 4 giugno di ogni anno come la Giornata internazionale dei bambini e le bambine vittime innocenti di aggressione. Il fine è quello di riconoscere la sofferenza dei minori che nei conflitti armati sono oggetto di prevaricazione fisica, mentale ed emozionale.

L’Onu riaffermò questo impegno, nel 1989, con la Convenzione sui diritti della fanciullezza, il trattato internazionale ratificato in forma più rapida e ampia della storia. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in seguito, ha proporzionato un piano universale per garantire un futuro migliore per i bambini e le bambine. Per la prima volta, è stato infatti incluso un obiettivo specifico (16.2) inteso a mettere fine a tutte le forme di violenza nei confronti dei minori. Inoltre, la lotta contro gli abusi, l’abbandono e lo sfruttamento, è inclusa in maniera trasversale in altri obiettivi relativi alla sicurezza.

Tuttavia, gravi violazioni persistono ai danni di bambini e bambine che vivono in contesti bellici, oltre 473 milioni a livello globale. Fra queste se ne distinguono sei per gravità: l’uccisione e la mutilazione, il reclutamento militare e paramilitare (con prevalenza di maschi), la violenza sessuale (con prevalenza di femmine), il rapimento dai contesti famigliari a scopi di tratta di essere umani, prostituzione e commercio di organi, attacchi mirati a scuole e ospedali, la negazione dell’accesso di aiuti umanitari alimentari e sanitari. Nel 2005, il Consiglio di sicurezza, con la risoluzione 1612, ha costituito un meccanismo di monitoraggio che documenta in maniera sistematica le inadempienze commesse nel mondo.

In base a questo meccanismo, il Segretario generale ha identificato 24 attori (5 statali e 19 non statali) responsabili di omicidi e lesioni; 61 attori (7 statali e 56 non statali) responsabili di reclutamento di bambini soldato; 30 attori (4 statali e 16 non statali) responsabili di reati sessuali nei confronti di bambini e bambine; 15 attori (1 statale e 14 non statali) responsabili di sottrazione di minori; e 13 attori responsabili di attacchi a obiettivi civili con esclusiva, o alta, presenza di bambini e bambine. Il rapporto dell’8 gennaio 2025, presentato al Consiglio per i diritti umani, rileva 18 mila gravi violazioni verificate solo nella prima metà del 2024, periodo in cui bambini e bambine sono stati uccisi o menomati in quantità senza precedenti, in Burkina Faso, Israele e i Territori Occupati Palestinesi, Myanmar, Somalia, Sudan, e Ucraina.

Questi non sono numeri che ci si aspetterebbe in un secolo in cui l’opinione pubblica ha sviluppato una sensibilità importante in merito al rispetto dei diritti umani e la tutela dei minori, e gli Stati Parte delle Nazioni Unite hanno contratto impegni specifici per garantirne la protezione nelle diverse sfere della crescita. L’evidenza empirica, bensì, dimostra che i bambini e le bambine continuano a essere il bersaglio di eserciti, e altri gruppi armati, a scopi punitivi e di sfruttamento, in contravvenzione al diritto umanitario.

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