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Stop ai matrimoni precoci! – Il Toro e la Bambina

Stop ai matrimoni precoci!

Foto di Amnesty International

Girls Not Brides, una partnership globale di oltre 1.400 organizzazioni della società civile, con la missione di porre fine ai matrimoni precoci, e creare condizioni affinché bambine e ragazze possano realizzare a pieno il proprio potenziale umano, tiene monitorata questa pratica che deruba del futuro e condanna a un presente di abusi. Le Nazioni Unite hanno incluso negli obiettivi di sviluppo sostenibile la fine dei matrimoni precoci per il 2030, ma anche se nel mondo si sta osservando un certo declino in percentuali e numeri assoluti, la tendenza non è ancora sufficiente per raggiungere la meta prefissa.

Secondo i dati diffusi da Girls Not Brides, 64 milioni di donne e ragazze hanno contratto matrimonio prima dei diciotto anni. Dieci milioni di bambine e ragazze in più si sposeranno contro il proprio volere, entro il 2030, solo per l’effetto della pandemia Covid-19. Malgrado il fenomeno sia decresciuto del 19 per cento, in comparazione con il 23 di dieci anni fa, al passo attuale, ci vorranno 300 anni per sradicare questa violazione dei diritti umani. Vale la pena segnalare che i paesi con livelli minori di disuguaglianza di genere hanno ottenuti migliori risultati nella riduzione dell’incidenza.

L’Asia del sud ha visto il maggiore declino in prevalenza, ma ha mantenuto lo stesso peso. Il 45 per cento dei matrimoni forzati sotto i diciotto anni sono avvenuti in questa regione; un terzo nella sola India. La prevalenza è stagnante, e al di sopra della media mondiale, in Africa orientale e centrale (Waca per la sigla in inglese) con il 33 per cento, e in America latina e caraibica (Lac per la sigla in inglese) con il 23 per cento. Il 95 per cento abbandona la scuola e dà alla luce figli prima dell’età del consenso.

Sette dei dieci paesi con la più alta prevalenza sono in Waca, dove le continue emergenze pongono le bambine e le ragazze al massimo rischio. Nel Sahel, la prevalenza è intorno al 70 per cento. Fra i paesi con grande peso, due su dieci si trovano in Lac, Brasile e Messico, dove i matrimoni precoci spesso prendono la forma di unioni informali senza registro che sfuggono alle statistiche e i programmi di assistenza e prevenzione. Il fattore che aumenta prevalenza e peso, assieme alla discriminazione di genere, è la povertà, causata dall’iniquità economica e l’esclusione sociale, le carestie, le guerre, e il cambio climatico.

Il progresso è invalidato da situazioni dove molteplici varianti si sommano e interconnettono e che stanno spingendo nella povertà fra i 75 e i 95 milioni di persone in più. Le stime dell’Onu parlano di 575 milioni che vivranno in povertà estrema entro il 2030. Esistono, poi, calcoli che indicano che un ampliamento del 10 per cento dei morti in contesti bellici determina un’espansione del 7 per cento di matrimoni precoci (nel 2020, circa 2 bilioni già vivevano in aree di conflitto); e un 10 per cento di elevazione nella caduta di piogge è relazionato a un incremento dell’1 per cento degli stessi (la crisi climatica colpirà, entro il 2050, fino a 216 milioni di individui).

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